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Tecniche di Rilassamento

TECNICA DI JACOBSON

È una tecnica che deriva dalla tradizione orientale della meditazione. La tecnica meditativa nota più vicina a questa è lo yoga, di origine induista, che è una disciplina che vuole proporre uno stile di vita orientato alla prevenzione, alla salute, all'acquietamento e alla riflessione tramite il controllo della postura e della respirazione.

Jacobson si ispira allo yoga e agli studi sulla connessione tra mente e corpo: arricchisce di osservazioni scientifiche l'impianto teorico e permette lo sviluppo di una metodologia basata su evidenze scientifiche.

È una tecnica di rilassamento utile quando abbiamo a che fare con stress o ansia: dalla teoria di incompatibilità tra uno stato di ansia/attivazione psicologica e bassi livelli di tensione muscolare, questa tecnica si pone l'obiettivo di ridurre lo stato di tensione psicologico passando attraverso l'allentamento della tensione muscolare.

Il rilassamento agisce con successo su una situazione di stress importante, anche cronica.

Per esempio l'ansia prima di un esame, l'ansia da prestazione, sportiva o di qualsiasi altro tipo, sono stati di attivazione eccessiva che si può imparare a gestire e acquietare tramite la tecnica di Jacobson: l'acquietamento psicologico passa attraverso quello fisiologico, che aiuta a controllare i pensieri intrusivi e disturbanti.

La tecnica di Jacobson permette di lavorare sul primo campanello di allarme, cioè quello muscolare, che si accompagna alla parte cardiaca e respiratoria, della risposta ansiosa. Aiuta ad imparare a sentire e ascoltare il proprio corpo: un primo step andando verso la meditazione.

Le sedute consistono in esercizi di autoinduzione di tensione muscolare, mantenimento e percezione della stessa a seguito di un movimento semplice, rilascio dei muscoli e percezione della sensazione rilassamento dopo il rilascio.

Non si vuole sfruttare la suggestionabilità della persona, ma piuttosto la consapevolezza della pura sensazione fisica del muscolo: ascoltare di quello che l'organismo comunica.

Si basa sull'apprendimento, come altre tecniche, quindi prevede la pratica in seduta e in autonomia, in modo che la persona possa fare propria la tecnica e sfruttarla nel momento di necessità.

Referente:

dott.ssa Martina Vesentini 

MINDFULNESS

La mindfulness prende spunto dalla psicologia orientale, in particolar modo dalle tecniche meditative buddiste.

L’interesse da parte delle scienze cognitive nei confronti di pratiche così lontane dalla nostra cultura è andato affermandosi con la sorprendente scoperta della similarità tra la spiegazione della mente e dei suoi processi elaborata dalla psicologia orientale e quella confermata dagli studi scientifici svolti dalle scienze cognitive.

Fa parte delle tecniche di terza generazione, che differiscono dalle classiche tecniche cognitive perché non si concentrano sul cambiamento della forma del pensiero, ma sul cambiamento del rapporto che l’individuo ha con il pensiero. Si concentrano sulla necessità di distaccarsi dai propri processi interni sia per dissolvere la lotta contro di essi, sia per assumere quel punto di vista necessario per abbandonarli o lavorarci sopra.

Mindfulness significa porre attenzione in un modo particolare, intenzionalmente, al momento presente, in modo non giudicante.

Riprendendo la psicologia orientale, utilizza le tecniche meditative scorporandole dagli elementi spirituali e mistici, per fare sì che esse possano essere praticate prescindere dal proprio orientamento religioso.

L’atteggiamento mentale consigliato a chi partecipa ai programmi di mindfulness, non è quello di voler guarire, ma di volersi liberare dalla pressione per portare un senso di calma alla mente e al corpo: entrare nella forma mentale dell'accettazione.

La mente interpreta e giudica la realtà in base ad apprendimenti, talvolta erronei, avvenuti nel passato: la mente si identifica con il pensiero anche quando questo è frutto di un automatismo mentale e non di una elaborazione volontaria. Tramite esercizi di mindfulness la mente impara a percepire la realtà interna ed esterna per quello che è, senza giudizio o pregiudizio, svincolandosi da vecchi modi di trarre conclusioni e interpretazioni.

Tra i pensieri con cui la nostra mente tende ad identificarsi, ci sono le emozioni negative, così come il dolore fisico: questi rappresentano un campanello di allarme rispetto a qualcosa in noi o nella nostra vita che non sta funzionando. Tale allarme va ascoltato, capito e vissuto. Se trascurate o negate, le emozioni negative prima o poi “fanno infezione” e ci procurano una sofferenza maggiore.

Gli esercizi di mindfulness consistono nella concentrazione su un focus attentivo, ad esempio il proprio respiro: nel momento in cui subentra un altro pensiero, compito del soggetto è quello di riportare l’attenzione sul presente, ossia sul focus attentivo in questione. L'idea è quella, tramite l'esercizio, di generalizzare questa capacità nella propria quotidianità: vivere il momento presente senza farsi influenzare dai pensieri interferenti, saper accettare e accogliere come eventi transitori gli avvenimenti che accadono, le emozioni negative che proviamo.

Imparare ad ascoltare senza giudizio le proprie emozioni e pensieri, considerandoli come una realtà transitoria o come segnale da ascoltare per comprenderci o comprendere, rende la persona in grado di perseguire scopi e valori personali nella vita.

Referente:

dott.ssa Martina Vesentini

IPNOSI COME TECNICA DI RILASSAMENTO

L'ipnosi è una modificazione transitoria di uno stato di coscienza: cosiddetto “stato alterato di coscienza” temporaneo e volontario.

Assomiglia alla fase di pre-sonno, che però è spontaneo e non programmato. L'ipnosi al contrario è indotta, organizzata: la persona sa quando entra e quando esce dallo stato alterato.

Si compone di:

  • uno stato di trance,
  • un soggetto che va in trance,
  • un ipnotista che aiuta il soggetto ad entrare nella “sua” trance,
  • un contenuto della trance.

L'ipnosi è l'insieme di queste caratteristiche: una situazione terapeutica che sfrutta queste caratteristiche per ottenere un risultato, che può essere lo stato di rilassamento. È un modo di comunicare più approfondito rispetto a quello convenzionale: approfondire il modo di comunicare permette di passare messaggi senza che questi siano espliciti, quindi senza che l'estrema razionalità del nostro “emisfero sinistro” interferisca con essi.

L'ipnosi può essere un rilassamento molto profondo, più di quelli già sperimentati: offre un rilassamento immediato dalla prima seduta, che non ha bisogno di nessun apprendimento particolare poiché si basa sull'intrinseca suggestionabilità dell'essere umano.

Una volta sperimentata questa specifica sensazione di profondo rilassamento, essa entra a fare parte dei ricordi del corpo e della mente: rimane quindi a disposizione della persona che, da sola, può raggiungere lo stesso stato di benessere raggiunto durante la seduta sotto la guida dell'ipnotista.

L'obiettivo delle sedute è quindi anche di apprendere le tecniche di auto ipnosi, che consentano alla persona di sfruttarne i benefici in autonomia.

La tecnica ipnotica è un metodo sfruttabile con persone di ogni età, anche bambini!

Referente:

dott.ssa Martina Vesentini

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